
L’economia russa ha chiuso il 2011 in modo non certo entusiasmante e con molte incertezze per il futuro.
Secondo le statistiche ufficiali, l’inflazione è scesa al 6,1 per cento, il livello più basso degli ultimi vent’anni.
Ma denghi mette in dubbio questo dato e aggiunge che anche se fosse vero, non ci sarebbero motivi per rallegrarsi. Il contenimento dell’inflazione, spiega il settimanale economico, è dovuto principalmente alla diminuzione dei consumi, che è un segno di impoverimento del paese. Quest’anno la crescita dei redditi reali è stata praticamente nulla, di appena lo 0,2 per cento.
Sul calo dell’inflazione ha influito anche l’enorme fuga di capitali stranieri, che nel 2011 ha toccato la cifra astronomica di 85 miliardi di dollari, un’altra pessima notizia per l’economia russa. Secondo le previsioni del settimanale, nel primo semestre del 2012 è probabile che l’inflazione scenda ulteriormente. Ma da luglio in poi ci dovrebbe essere un forte aumento dei prezzi di beni di largo consumo – come il latte, gli alcolici e la benzina – che colpirà innanzitutto i russi più poveri.
fonte: Internazionale nr. 932 su traduzione settimanale Dengi, Russia.