
Grazie all’ingresso nel WTO, i russi potrebbero presto essere in grado di gustare un bicchiere di Beaujolais o una pinta di Guinness direttamente da Dublino ad un prezzo mai visto prima.
Attualmente, le bottiglie di vino più economiche partono da circa sette dollari – più costose di un litro del prodotto russo per eccellenza – la vodka.
Ma con il paese che entrerà nell’Organizzazione mondiale del commercio entro l’anno prossimo, le tariffe di importazione devono per forza di cose scendere. Per il vino si ridurranno dal 20 al 12,5 per cento entro quattro anni, e per la birra da 60 centesimi a 1,8 centesimi al litro entro il 2018.
L’impatto del dazio riguardante l’importazione di birra sul comportamento dei consumatori sarà probabilmente trascurabile – meno dell’1 per cento di tutta la birra russa è importata. Ma per il vino, è una storia molto diversa – il 60 per cento di tutte le bottiglie vendute nel Paese sono importati direttamente, o imbottigliata con prodotto straniero in Russia. Anatoliy Korneev, il vice-presidente di Simple, un grande importatore, prevede che i prezzi per il più economico dei vini importati potrebbe scendere anche del 50%.
I cambiamenti voluti dalla strategia di lungo termine del governo atta a tenere i russi fuori dal consumo della loro bevanda preferita – la vodka – e verso il consumo di bevande meno alcoliche. Infatti, il consumo di birra è più che triplicato dopo la caduta dell’Unione Sovietica, ma il paese è ancora saldamente tra i cinque maggiori consumatori pro capite al mondo.
Il presidente Dmitry Medvedev ha lottato con forza contro il consumo di alcol. Egli ha imposto la pubblicazioni di prezzi minimi per la vodka, e molto simile al resto del mondo, sarà presto impossibile acquistare alcolici in Russia durante la notte, almeno legalmente. Che si tratti di un risultato di politiche di governo o di un cambiamento di atteggiamento sociale, in ogni caso il consumo di alcol in Russia è progressivamente in calo dal 2005.
Ma non tutti sono convinti che i prezzi inferiori faranno la differenza. Molti sottolineano che l’effetto dei dazi sulle importazioni è trascurabile se confrontato con l’accisa – la tassa interna sull’alcool che non è regolata dal WTO. Questi doveri rimangono bassi per gli standard occidentali, in particolare sui superalcolici, ed è qui dove il governo può fare la differenza per il modello di consumo di alcol. Per esempio l’accisa sulla vodka è destinata a salire del 30 per cento solo nel 2012.
“Con questi cambiamenti dei prezzi e delle accise, il vino diventerà più popolare e i super alcolici andranno in declino. Ma, non è che tutti avranno voglia di iniziare a bere vini stranieri – la vodka a medio termine, o ancora peggio in maniera illegale, sarà ancora la regina in Russia”, ha riferito Romano Ivashko, un analista di Rennaisance Capital.
fonte: tradotto e riadattato da rt.com