I lenti ma inesorabili cambiamenti della società russa nei confronti dell’omosessualità

Nelle strade del centro di Mosca iniziano a spuntare locali gay-friendly. Non pensate a serate animate da fastosi show di drag queen, oppure a ritrovi esclusivamente omo.

Certo, ci sono anche quelli (a partire dallo storico Tri Obezyani New Age), ma non sono poi così tanti.

Piuttosto parliamo di locali in cui non succede il finimondo se la coppia “innamorata” al banco o al tavolo è composta da due lui o due lei. Insomma, sia pure lentamente, anche l’iper-machismo della società russa si avvia al tramonto.

Il cambiamento di mentalità può apparire poco percettibile per chi non vive nella capitale. Ma perfino un sindaco come Sergey Sobyanin, che pure in maggio ha mandato la polizia a sciogliere una sfilata di Gay Pride non autorizzata, è un bel passo avanti rispetto al predecessore Yuri Luzhkov, che definiva satanica l’omosessualità. I problemi avrebbero dovuto finire all’inizio degli anni Novanta, quando, dopo il crollo dell’Urss, venne la decriminalizzazione dell’omosessualità. In pratica, le cose sono andate diversamente. Non piacciono le esibizioni di orgoglio gay. Si ricorda sempre il no stizzito del Comune alle signorine Irina Fedotova e Irina Shipitko che, un paio d’anni fa, chiesero provocatoriamente di sposarsi. Forse la speranza di una società più tollerante oggi cresce proprio in quei ristoranti, bar e club dove non si passa il tempo a spiare chi siede ai tavoli vicini.

fonte: leiweb.it

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